La malattia conosciuta come muffa verde e azzurra rappresenta la più comuni e grave cause di
alterazione degli agrumi, sia durante la conservazione che nel corso della distribuzione.
La muffa verde e azzurra degli agrumi è una delle malattie più comune e grave che può colpire gli agrumi sia durante la conservazione che nel corso della distribuzione. Frequentemente si osserva anche
in campo, sui frutti caduti a terra ed eccezionalmente sul frutto pendente, soprattutto in seguito ad eventi atmosferici, quali grandine o venti forti, che causano ferite.
SINTOMI
Il primo sintomo consiste in una macchia idropica (eccesso di liquidi) soffice al tatto. Può essere facilmente confusa con il marciume acido, ma se dopo 2 – 3 giorni a 20°/28° C cresce del micelio di colore verde o azzurro si è in presenza della muffa verde o azzurra. L’area di sporificazione sarà circondata da un marciume bianco, che nel caso della muffa verde sarà più grande rispetto alla muffa azzurra. Le due malattie possono svilupparsi sullo stesso frutto.
PATOGENI
- Muffa verde: è dovuta al penicillium digitatum. Questo fungo non è in grado di infettare il frutto in assenza di ferite, inoltre a temperature comprese tra 18° e 25° cresce più rapidamente dell’italicum (responsabile della muffa azzurra);
- Muffa azzurra: è dovuta al penicillium italicum. Questo fungo, al contrario del digitatum, è in grado di infettare il frutto in assenza di ferite. Inoltre è più aggressivo rispetto al primo e si trasmette anche per contatto.
Recentemente sta diventando sempre più importante anche il penicillium ulaiense. Tale patogeno presenta caratteristiche simili alla muffa azzurra, ma si potrà distinguere da questa grazie alla presenza dei coremi (i corpi fruttiferi).
LOTTA
- Non provocare ferite ai frutti;
- Evitare di raccogliere dopo una pioggia o quando i frutti sono bagnati;
- Disinfestare giornalmente la linea di lavorazione utilizzando prodotti a base di cloro;
- Disinfettare le celle di conservazione ogni volta che si notano frutti marci;
- Clorare le vasche e le acque di lavaggio;
- Utilizzare contenitori nuovi, non riutilizzare i contenitori di cartone. Se si utilizzano i bins di plastica, pulirli attentamente;
- Utilizzare temperature minori di 10° C per rallentare lo sviluppo dei patogeni;
- La termoterapia (trattamento a temperature comprese tra i 30° i 60° C) con aggiunta di lieviti, permette di eliminare i patogeni e sostituirli con microrganismi positivi.
- Effettuare dei trattamenti in post raccolta con Tiabendazolo o imazalil.