Muffa grigia della vite

La muffa grigia è una malattia con un’epidemiologia estremamente complessa e la cui manifestazione risulta dall’interazione di numerosi fattori agronomici e climatici.

La botrite o muffa grigia della vite è una malattia causata dall’agente patogeno Botryotinia fuckeliana  teleomorfo (produce ascospore), che compare in natura sporadicamente. Più frequentemente è presente la fase assessuata, Botrytis cinerea. Il patogeno è parassita facoltativo (può vivere anche indipendentemente dall’ospite) e può conservarsi nel terreno come saprofita (si nutre di materia organica morta), può avere molti ospiti ed è polifago (presente su fragola, ciclamino, pomodori ecc.).

Il fungo penetra nell’uva, o negli altri ospiti, attraverso le ferite; le quali possono essere provocate sia per azione meccanica, sia per azione enzimatica. La temperatura ottimale di sviluppo è compresa tra i 20° C e i 25° C, ma è in grado di sviluppare entro un range che va dai 0° C ai 30° C. Inoltre l’elevata umidità favorisce la malattia. Il patogeno della muffa grigia della vite causa molti danni, oltre che sulla vite, anche sulla fragola, sulle pomacee, drupacee, solanacee, cucurbitacee, ecc.

SINTOMI

La muffa grigia colpisce soprattutto gli acini con ferite. Se attacca precocemente provoca necrosi dei fiori e del rachide, ma gli attacchi più gravi si verificano dall’invaiatura in poi. La zona preferenziale di infezione è l’attacco della bacca sul pedicello. Se la stagione è secca le bacche disseccano, altrimenti vengono ricoperte da una muffa di colore grigiastro.

LOTTA

Si possono usare vari prodotti chimici (ftalimidici, dicarbossimidici, ecc.) ed esistono tre metodi di lotta:

  1. Metodo fenologico: si effettua un trattamento a fine fioritura, un secondo trattamento poco prima della chiusura del grappolo, un terzo trattamento all’invaiatura, e un ultimo trattamento dalle 2 alle 3 settimane prima della raccolta;
  2. Metodo climaterico: condizione dei due 15. I trattamenti vengono effettuati se la temperatura media e di almeno 15° C e se la bagnatura fogliare è avvenuta per almeno 15 ore. Tale metodo non è efficace;
  3. Metodo misto: data l’insorgenza di ceppi resistenti, e date le condizioni climatiche del meridione, tale metodo è molto usato. Si effettua nel seguente modo:
    • Un trattamento a fine fioritura, da effettuare solo in annate piovose e con colture suscettibili;
    • Un trattamento poco prima della chiusura del grappolo, molto importante per ridurre l’inoculo sui residui floreali;
    • Un trattamento all’invaiatura, da fare in ogni caso;
    • Un trattamento 2 o 3 settimane prima della raccolta, da effettuare solo in condizioni di elevata piovosità.

PREVENZIONE

  • Effettuare concimazioni ed irrigazioni equilibrate;
  • Utilizzare varietà con buccia spessa;
  • Evitare ristagni di umidità;
  • Utilizzare la pre – refrigerazione e la catena del freddo;
  • Effettuare trattamenti con anidride solforosa (protegge dalle nuove infezioni e contiene quelle in atto);
  • Utilizzare l’atmosfera controllata e modificata.

Infine bisogna ricordarsi che nei vini rossi  sono ammessi fino a 160 ppm di anidride solforosa, mentre nei bianchi il limite arriva a 200ppm.

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