Riso ad alto contenuto proteico: richiede meno acqua ed ha una buona resa.
“Ci sono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che dipendono dal riso e lo mangiano tre volte al giorno, ma il loro accesso alle proteine è molto limitato dalla disponibilità e dai costi”, spiega Herry Utomo, professore della Louisiana State University. “Il riso ad alto contenuto proteico può essere utilizzato per aiutare a risolvere il problema mondiale in tutte le questioni sociali, culturali ed economiche”.
Utomo e il suo team hanno sviluppato, attraverso un processo di riproduzione tradizionale, una linea di riso ad alto contenuto proteico che è stata rilasciata nel 2017 con il nome di “Cahokia”. Questa ricerca è stata presentata il 7 Novembre alla comunità scientifica al congresso annuale dell’ American Society of Agronomu and Crop Science Society svoltosi a Baltimora.
Questo riso ha in media un contenuto proteico del 10,6%, che rappresenta circa il 53% in più rispetto al riso di partenza. Inoltre necessita di meno calore e meno acqua per essere cucinato. Normalmente, coltivare un riso ad lato contenuto proteico comporta una diminuzione delle rese, i dati del team di Utomo mostrano un aumento delle rese dal 11 al 17% rispetto alla resa della prima linea ad alto contenuto proteico.
I prossimi passi vanno in due direzioni, sostiene Utomo: “La linea originale è nuova sul mercato, per cui bisogna mettere in atto una serie di canali di marketing. Parallelamente, si sta conducendo una ricerca per la prossima generazione di riso ad alto contenuto proteico”. I ricercatori sperano che queste nuove linee possano essere acquistate e coltivate da più agricoltori. “Inoltre gli agricoltori non devono cambiare le tecniche colturali per far crescere il riso ad alto contenuto proteico. La maggiore quantità di proteine è un incredibile valore aggiunto che può essere ottenuto senza costi aggiuntivi e senza l’utilizzo di particolari tecniche agronomiche.”
BIBLIOGRAFIA
